Altavilla Silentina

ALTAVILLA SILENTINA
Le origini di Altavilla sono molto antiche e sono attestate dalla scoperta di una tomba dipinta del VII sec. a.C., del cui corredo fa parte un vaso attribuito al "pittore di Altavilla". La Frazione Borgo Carillia, secondo il racconto di Silio Italico, è probabilmente la Carillia distrutta da Annibale. L'Altavilla normanna è circondata da mura con a oriente la porta di Susa, a mezzogiorno quella di S. Egidio ed a occidente la porta di S. Biagio: successivamente a settentrione fu costruita la Porta Nuova. Probabilmente le torri che fungevano da rinforzo a tali porte furono distrutte per ordine di Federico II, quando ad Altavilla si rifugiarono i baroni ribelli dopo la congiura di Capaccio: solo la Chiesa di S. Biagio fu risparmiata dalla distruzione. Le torri attualmente visibili sono di epoca angioina, frutto di successive opere di fortificazione.
Nel 1269 Carlo I d'Angiò concesse Altavilla al suo ciambellano Martino di Dardano, il quale pretese il possesso anche di Persano e del porto di S. Angelo, su cui vantavano diritti Ruggiero di Monforte e l'abate salernitano di S. Benedetto. Al suddetto ciambellano il re concesse anche di istituirvi un mercato della durata di cinque giorni nel mese di agosto, e di trasportare dal porto del Sele grano da vendere ad Amalfi.
Nel 1363 il feudo passò a Ruggiero Sanseverino, alla cui famiglia appartenne per molto tempo, fino a quando nel 1564 passò a Nicola Grimaldi, principe di Salerno, il quale abdicò a favore del primogenito Agostino, duca di Eboli. Il 26 giugno del 1596, il feudo fu venduto, per circa 33.000 ducati, a Beatrice Putigna che, a sua volta, nel 1608 lo vendette a G. Antonio Parisio per conto di Pompeo Colonna. Fu Giacomo Colonna ad introdurre nel territorio di Altavilla le prime bufale, ottenendo la disapprovazione sia dell'Università che dei cittadini, poiché gli animali provocavano notevoli danni alle difese. Nel 1646 Giacomo Colonna ottenne il titolo di marchese di Altavilla e il feudo rimase in possesso della sua famiglia fino agli inizi del '700. Passato agli Spinelli, conti di Bovalino e duchi di Castelluccia, non avendo questi eredi, il feudo tornò alla Corona: Carlo di Borbone lo concesse, poi, a Gabriele Solimene, nobile di Nocera dei Pagani, nelle mani dei quali rimase fino agli ultimi decenni del '700.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

ALTAVILLA SILENTINA
Le origini di Altavilla sono molto antiche e sono attestate dalla scoperta di una tomba dipinta del VII sec. a.C., del cui corredo fa parte un vaso attribuito al "pittore di Altavilla". La Frazione Borgo Carillia, secondo il racconto di Silio Italico, è probabilmente la Carillia distrutta da Annibale. L'Altavilla normanna è circondata da mura con a oriente la porta di Susa, a mezzogiorno quella di S. Egidio ed a occidente la porta di S. Biagio: successivamente a settentrione fu costruita la Porta Nuova. Probabilmente le torri che fungevano da rinforzo a tali porte furono distrutte per ordine di Federico II, quando ad Altavilla si rifugiarono i baroni ribelli dopo la congiura di Capaccio: solo la Chiesa di S. Biagio fu risparmiata dalla distruzione. Le torri attualmente visibili sono di epoca angioina, frutto di successive opere di fortificazione.
Nel 1269 Carlo I d'Angiò concesse Altavilla al suo ciambellano Martino di Dardano, il quale pretese il possesso anche di Persano e del porto di S. Angelo, su cui vantavano diritti Ruggiero di Monforte e l'abate salernitano di S. Benedetto. Al suddetto ciambellano il re concesse anche di istituirvi un mercato della durata di cinque giorni nel mese di agosto, e di trasportare dal porto del Sele grano da vendere ad Amalfi.
Nel 1363 il feudo passò a Ruggiero Sanseverino, alla cui famiglia appartenne per molto tempo, fino a quando nel 1564 passò a Nicola Grimaldi, principe di Salerno, il quale abdicò a favore del primogenito Agostino, duca di Eboli. Il 26 giugno del 1596, il feudo fu venduto, per circa 33.000 ducati, a Beatrice Putigna che, a sua volta, nel 1608 lo vendette a G. Antonio Parisio per conto di Pompeo Colonna. Fu Giacomo Colonna ad introdurre nel territorio di Altavilla le prime bufale, ottenendo la disapprovazione sia dell'Università che dei cittadini, poiché gli animali provocavano notevoli danni alle difese. Nel 1646 Giacomo Colonna ottenne il titolo di marchese di Altavilla e il feudo rimase in possesso della sua famiglia fino agli inizi del '700. Passato agli Spinelli, conti di Bovalino e duchi di Castelluccia, non avendo questi eredi, il feudo tornò alla Corona: Carlo di Borbone lo concesse, poi, a Gabriele Solimene, nobile di Nocera dei Pagani, nelle mani dei quali rimase fino agli ultimi decenni del '700.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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