Il territorio di Camerota occupa un'area compresa tra il promontorio di Palinuro e il Capo degli Infreschi, con uno sviluppo costiero estremamente variegato per la presenza di suggestivi anfratti ed insenature ad est e di riposanti tratti bassi e sabbiosi ad ovest. Il territorio del Comune di Camerota, dal mare alla collina ed infine alla montagna, è un’autentica oasi dove la natura lussureggiante è ancora incontaminata. Ma il culmine delle bellezze naturali è sicuramente la costa in cui si susseguono arenili, cale, dirupi, torri, grotte, fondali di cristallina limpidezza, in particolare, la splendida cala degli Infreschi, che deve il suo nome alle abbondanti vene di freschissima acqua dolce che si nascondono sotto la sabbia o che sgorgano direttamente in mare.
Secondo un’umanista del '400, l'origine del Comune è legata ad una leggenda: Palinuro, il nocchiero di Enea, navigando lungo le coste dell'attuale Cilento, si invaghì di una bellissima fanciulla di nome Kamaratòn, la quale non ricambiava il suo amore. Palinuro, disperato, la inseguì nel fondo del mare perdendo, così, la vita. Venere, dea dell'amore, sdegnata per la crudeltà di Kamaratòn la trasformò in roccia ( l'attuale sperone su cui sorge l'abitato di Camerota capoluogo), condannandola a guardare in eterno il suo amante respinto. Più realisticamente pare che Camerota sia stata fondata nel VI secolo a.C. dai Focesi, la stessa popolazione greca che fondò la città di Elea-Velia anche se, al tal riguardo, mancano vestigia archeologiche tanto da suffragarne l'ipotesi. Il suo nome probabilmente deriva dal greco Kamaratòn, cioè costruzione ad arco. Ciò sembra convalidato dal fatto che nella zona sono presenti numerose grotte naturali a volta o, secondo alcuni studiosi, realizzate con una tecnica di costruzione caratteristica di Camerota capoluogo, il cui modulo fondamentale è l'arco a tutto sesto. Con certezza si sa che la cittadella si sviluppò intorno ad un castello fortificato negli anni 535-553, durante la guerra tra Goti e Bizantini, ed è quasi certa l'influenza sul territorio di numerose dominazioni: normanna, araba, sveva, angioina, aragonese sino al recente periodo della dinastia borbonica, conclusosi con l'unità d'Italia. Pur essendo una città fortificata, fu occupata e saccheggiata più volte dai pirati saraceni. Nel luglio del 1552 la potente armata turca, comandata dal generale Rais Dragut Bessà, assalì la cittadella devastando, saccheggiando e uccidendo. Molti furono fatti prigionieri. Dopo tali eventi furono ristrutturate e costruite molte torri di avvistamento. Il marchesato di Camerota vide l'alternanza di vari casati nobili, tra cui i Sanseverino, i Di Sangro, i Marchese e gli Orsini. Il 23 luglio del 1647 una sanguinosa rivolta a Camerota, in concomitanza con la rivolta di Masaniello, si concluse con la morte del feudatario Paolo Marchese, che aveva tentato di ripristinare lo jus primae noctis. I camerotani, inferociti, uccisero il Marchese facendolo a pezzi e disseminandone un po' ovunque i resti. Nel 1828 scoppiò invece una rivolta in tutto il Cilento. I moti furono repressi nel sangue dal feroce maresciallo Francesco Saverio Del Carretto: oltre ai capi della rivolta, furono giustiziati diversi camerotani. Nello stesso anno Licusati (anticamente borgo de li accasati) cessò di essere comune autonomo e venne aggregato a Camerota.
Di origini medioevali è, invece, il centro di Lentiscosa, la cui storia è legata al culto di Santa Rosalia, intensificatosi nel '600 dopo la cessazione di una terribile epidemia di colera che la popolazione attribuì all'intervento della Santuzza. Marina di Camerota, in origine un piccolo borgo di pescatori, è situato nella zona di levante dell'attuale abitato; ebbe una prima espansione nella seconda metà del '600 ed assunse l'attuale fisionomia verso la fine del '700.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
Il territorio di Camerota occupa un'area compresa tra il promontorio di Palinuro e il Capo degli Infreschi, con uno sviluppo costiero estremamente variegato per la presenza di suggestivi anfratti ed insenature ad est e di riposanti tratti bassi e sabbiosi ad ovest. Il territorio del Comune di Camerota, dal mare alla collina ed infine alla montagna, è un’autentica oasi dove la natura lussureggiante è ancora incontaminata. Ma il culmine delle bellezze naturali è sicuramente la costa in cui si susseguono arenili, cale, dirupi, torri, grotte, fondali di cristallina limpidezza, in particolare, la splendida cala degli Infreschi, che deve il suo nome alle abbondanti vene di freschissima acqua dolce che si nascondono sotto la sabbia o che sgorgano direttamente in mare.
Secondo un’umanista del '400, l'origine del Comune è legata ad una leggenda: Palinuro, il nocchiero di Enea, navigando lungo le coste dell'attuale Cilento, si invaghì di una bellissima fanciulla di nome Kamaratòn, la quale non ricambiava il suo amore. Palinuro, disperato, la inseguì nel fondo del mare perdendo, così, la vita. Venere, dea dell'amore, sdegnata per la crudeltà di Kamaratòn la trasformò in roccia ( l'attuale sperone su cui sorge l'abitato di Camerota capoluogo), condannandola a guardare in eterno il suo amante respinto. Più realisticamente pare che Camerota sia stata fondata nel VI secolo a.C. dai Focesi, la stessa popolazione greca che fondò la città di Elea-Velia anche se, al tal riguardo, mancano vestigia archeologiche tanto da suffragarne l'ipotesi. Il suo nome probabilmente deriva dal greco Kamaratòn, cioè costruzione ad arco. Ciò sembra convalidato dal fatto che nella zona sono presenti numerose grotte naturali a volta o, secondo alcuni studiosi, realizzate con una tecnica di costruzione caratteristica di Camerota capoluogo, il cui modulo fondamentale è l'arco a tutto sesto. Con certezza si sa che la cittadella si sviluppò intorno ad un castello fortificato negli anni 535-553, durante la guerra tra Goti e Bizantini, ed è quasi certa l'influenza sul territorio di numerose dominazioni: normanna, araba, sveva, angioina, aragonese sino al recente periodo della dinastia borbonica, conclusosi con l'unità d'Italia. Pur essendo una città fortificata, fu occupata e saccheggiata più volte dai pirati saraceni. Nel luglio del 1552 la potente armata turca, comandata dal generale Rais Dragut Bessà, assalì la cittadella devastando, saccheggiando e uccidendo. Molti furono fatti prigionieri. Dopo tali eventi furono ristrutturate e costruite molte torri di avvistamento. Il marchesato di Camerota vide l'alternanza di vari casati nobili, tra cui i Sanseverino, i Di Sangro, i Marchese e gli Orsini. Il 23 luglio del 1647 una sanguinosa rivolta a Camerota, in concomitanza con la rivolta di Masaniello, si concluse con la morte del feudatario Paolo Marchese, che aveva tentato di ripristinare lo jus primae noctis. I camerotani, inferociti, uccisero il Marchese facendolo a pezzi e disseminandone un po' ovunque i resti. Nel 1828 scoppiò invece una rivolta in tutto il Cilento. I moti furono repressi nel sangue dal feroce maresciallo Francesco Saverio Del Carretto: oltre ai capi della rivolta, furono giustiziati diversi camerotani. Nello stesso anno Licusati (anticamente borgo de li accasati) cessò di essere comune autonomo e venne aggregato a Camerota.
Di origini medioevali è, invece, il centro di Lentiscosa, la cui storia è legata al culto di Santa Rosalia, intensificatosi nel '600 dopo la cessazione di una terribile epidemia di colera che la popolazione attribuì all'intervento della Santuzza. Marina di Camerota, in origine un piccolo borgo di pescatori, è situato nella zona di levante dell'attuale abitato; ebbe una prima espansione nella seconda metà del '600 ed assunse l'attuale fisionomia verso la fine del '700.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
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