E’ il più piccolo comune della Campania, il cui antico centro storico è arroccato su uno sperone roccioso a picco sulle profonde gole scavate dai fiumi Platano e Bianco, al confine con la Basilicata.
In epoca tardo romana, la zona faceva parte dell' "ager Volceianus" ed era comunemente indicata come "fundus Romanianus", dalla famiglia di patrizi, anticamente proprietaria del fondo.
Intorno all'anno 1000 sorse un piccolo castello, che funse da catalizzatore per il nucleo abitato, mentre il primo documento scritto che menziona il borgo risale al 1167. Fu feudo dei marchesi Ligni e, successivamente, dei baroni Torella di Buccino. L'antico castello medievale, abitato fino alla fine del 1600 fu, molto probabilmente, abbandonato dopo il terremoto dell'8 Settembre 1694.
In seguito al devastante terremoto del 1980, gli abitanti di Romagnano si insediarono più a valle abbandonando l’antico borgo che, ammantato di suggestiva solitudine, risalta ancora oggi con le sue stradine e i ruderi delle costruzioni in pietra.
Tra le diverse zone di interesse naturalistico presenti nel territorio del comune di Romagnano al Monte vanno menzionate le gole del Fiume Platano e il corso del fiume Bianco. Le prime, che per un tratto segnano anche il confine tra la Regione Campania e la Regione Basilicata, si presentano come un profondo canyon scavato dall’acqua nella bianca roccia calcarea. Nel periodo estaivo, quando il fiume è in magra, questo canyon può anche essere percorso a piedi, consentendo di immergersi in un ambiente selvaggio.
Dalla confluenza tra il fiume Platano e il fiume Melandro, nei pressi della stazione ferroviaria di Romagnano al Monte, ha origine il fiume Bianco, il cui nome si dice sia dato dal colore bianco delle rocce calcaree che formano il suo letto.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore"
E’ il più piccolo comune della Campania, il cui antico centro storico è arroccato su uno sperone roccioso a picco sulle profonde gole scavate dai fiumi Platano e Bianco, al confine con la Basilicata.
In epoca tardo romana, la zona faceva parte dell' "ager Volceianus" ed era comunemente indicata come "fundus Romanianus", dalla famiglia di patrizi, anticamente proprietaria del fondo.
Intorno all'anno 1000 sorse un piccolo castello, che funse da catalizzatore per il nucleo abitato, mentre il primo documento scritto che menziona il borgo risale al 1167. Fu feudo dei marchesi Ligni e, successivamente, dei baroni Torella di Buccino. L'antico castello medievale, abitato fino alla fine del 1600 fu, molto probabilmente, abbandonato dopo il terremoto dell'8 Settembre 1694.
In seguito al devastante terremoto del 1980, gli abitanti di Romagnano si insediarono più a valle abbandonando l’antico borgo che, ammantato di suggestiva solitudine, risalta ancora oggi con le sue stradine e i ruderi delle costruzioni in pietra.
Tra le diverse zone di interesse naturalistico presenti nel territorio del comune di Romagnano al Monte vanno menzionate le gole del Fiume Platano e il corso del fiume Bianco. Le prime, che per un tratto segnano anche il confine tra la Regione Campania e la Regione Basilicata, si presentano come un profondo canyon scavato dall’acqua nella bianca roccia calcarea. Nel periodo estaivo, quando il fiume è in magra, questo canyon può anche essere percorso a piedi, consentendo di immergersi in un ambiente selvaggio.
Dalla confluenza tra il fiume Platano e il fiume Melandro, nei pressi della stazione ferroviaria di Romagnano al Monte, ha origine il fiume Bianco, il cui nome si dice sia dato dal colore bianco delle rocce calcaree che formano il suo letto.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore"
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