Castrocielo, tra storia e arte.
In poco meno di 28km2, il territorio di Castrocielo, che si colloca al confine meridionale del Lazio, ovvero della regione culturale conosciuta come Ciociaria, è immerso nella Valle del Liri, alle propaggini del massiccio del Monte Cairo. Castrocielo è stato testimone e protagonista di importanti vicende storiche ed è la terra natale di personaggi illustri che hanno contribuito a plasmarne l’identità culturale.
Le prime tracce di civiltà risalgono ai Volsci (V sec. a.C) e ai Sidicini (IV sec A.C) di cui il paese conserva tracce notabili, come gli allestimenti funerari restaurati e musealizzati negli spazi dedicati nel Municipio.
All’antica città di Aquinum risalgono invece le radici romane di Castrocielo. Aquinum, situata sull’antica via Latina, colonia ai tempi di Ottaviano, Marcantonio e Lepido, era una fiorente città turistico-termale, situata tra Roma e Pompei.
L’avvio degli scavi archeologici nel 2009 ha evidenziato sin dall’inizio l’estrema importanza del sito, portando alla luce un impianto termale tra i più estesi del Lazio, caratterizzato da un apparato decorativo notevole (mosaici, stucchi, intonaci, marmi policromi).
Testimoni dell’antica grandezza di Aquinum sono la statuaria ed i cospicui resti monumentali giunti fino ai nostri giorni dell’area urbana, tra cui Porta Romana, ovvero la porta occidentale di Aquinum sotto cui passava la via Latina; la Torre Quadrata che, costruita in grandi blocchi di travertino, era una delle torri che costituivano il sistema di difesa della città; il Tempio Maggiore possibilmente dedicato a Cerere Elvina o a lno Pupluna o Luno Regina Populonia, noto anche come Capitolium, la cui struttura si innesta su una presistenza di epoca preromana, possibilmente convertita a chiesa cristiana ; l’edificio Absidato o Tempio di Diana di cui si conserva un abside semicircolare; il teatro, visibile lungo la Via Latina, di cui sono stati recentemente portati alla luce non solo svariati elementi architettonici relativi all’apparato decorativo, ma anche i resti di una volta a botte che sorreggeva il soprastante ordine di gradinate; l’Arco di Marcantonio (la cui attribuzione trae origini da un passo delle filippiche ciceroniane) che rappresenta uno dei più antichi esempi di arco onorario noti in Italia; l’imponente complesso termale di tipo pompeiano delle Terme Centrali che si colloca nel I sec a.c., in parte spoliato intorno al IV secolo e convertito in necropoli tra il V ed il VII sec d. C, forse in connessione con l’arrivo di Totila e dei suoi Longobardi, che causò la fuga degli aquinenses e la distruzione di Aquinum.
Gli aquinenses, in fuga dalle invasioni longobarde, popolarono la "asperrima" vetta del Monte Asprano, nei secoli oggetto, per la sua posizione strategica, di numerose contese tra i principi di Capua ed i conti di Aquino, che diedero i natali al padre della chiesa San Tommaso d’Aquino, e poi tra quest’ultimi e l’Abbazia di Montecassino. Queste contese durarono per gran parte del periodo medievale.
Si fa risalire proprio al ventottesimo Abate di Montecassino, Mansone, che tra gli anni 988 e 994 aveva ricevuto in dono dai principi di Capua il Monte Asprano, la fondazione di Castrum Coeli (l’originario abitato del moderno Castrocielo) sulla vetta del monte Asprano e l’inizio della costruzione del castello ( il castrum) sulle rovine delle pre-esisteni abitazioni, fortificato per volontà di Federico II di Svevia nel XIII secolo. Il castello di Castrum Coeli, è poco distante dal castello dei Conti d’Aquino ( circa 1.500m in linea d’aria) ove nacque nel 1225 San Tommaso, pilastro teologico e filosofico della chiesa Cattolica.
Terminato il periodo delle incursioni longorbarde e saracene, la popolazione cominciò a scendere a valle, in cerca di condizioni di vita più agevoli e di terre da coltivare: una parte, già nell’XI sec. scese a Nord-Est fondando prima l’abitato di Cantalupo e poi il paese di Colle San Magno; un'altra parte scese invece nella valle a Sud, formando i due abitati della moderna Castrocielo, uno, più grande, sulle pendici del Monte Asprano “l’Olivastro” e l’altro a nord di un fossato, cui fu dato il nome di Palazzolo in virtù dei resti di un palacium di epoca romana intorno al quale fu costruito lo stesso abitato.
Il paese, inizialmente conosciuto proprio con il nome di Palazzolo, assunse con il R.D. del 26 marzo 1863 la denominazione Palazzolo di Castrocielo, modificato con R.D. del 16 agosto 1882 in Castrocielo.
Interessante la genesi di quel palacium, secondo alcune teorie è riconducibile al “Monacato di Villa Euchelia”, un ex convento di monache benedettine, sorto sul basamento di una grande villa romana distrutta anch’essa sotto gli attacchi longobardi. All’epoca della fondazione del primo abitato di Palazzolo, la struttura doveva apparire maestosa, con colonne scanalate, per questo probabilmente venne chiamata “palatium”. Nel corso dei secoli divenne prima un monastero di frati, sotto il controllo della vicina Abbazia di Montecassino, poi un convento. La recente ristrutturazione a cui è stato sottoposto, ha conservato il suo carattere originale e non appena si varca il suo cancello, è difficile non lasciarsi andare a quel calendoscopio di suggestioni che il luogo evoca.
Villa Euchelia, oggi centro policulturale, conserva il suo aspetto tipico di un convento con un cortile centrale. La facciata contiene due portali con archi esterni
In epoca medioevale, quando la cristianità monopolizzava la cultura, l’Abbazia di Montecassino- uno dei più famosi monasteri della cristianità, culla della cultura, fondata nel VI secolo dallo stesso San Benedetto, luogo di formazione di San Tommaso- agendo come i mecenati del rinascimento, incaricava artisti illustri dell’epoca a decorare cappelle e chiese, locali, tra cui quelle in territorio di Castrocielo. Di notevole rilievo storico-artistico sono infatti gli affreschi che decoravano la chiesa medioevale di impianto romanico della Madonna del Pianto altrimenti conosciuta come Madonna dei Sette Dolori e del monacato di Villa Euchelia. Gravemente danneggiati dai bombardamenti risalenti alla seconda guerra mondiale, furono restaurati e posti nella Pinacoteca di San Rocco, che sorge nell’omonima piazza del paese.
La chiesa della Madonna del Pianto, si trovava lungo il percorso della via pedemontana. La chiesa fu costruita in epoca medioevale, sulle sponde del pittoresco lago formato dalla sorgente di “Capo d’Acqua”, per offrire ristoro ai pellegrini e viandanti diretti all’Abbazia di Montecassino e in Terra Santa. Oggi, in quei luoghi, trovano ristoro i camminatori del Cammino di San Benedetto.
Sempre all’ epoca Medioevale, all’incirca al 1300, risale la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, sulla vetta di Monte Asprano. Fu edificata quando le due comunità avevano già iniziato la discesa a valle. La chiesa assicurava il servizio liturgico ordinario sia alla comunità di Colle San Magno sia a quella di Palazzolo, finché Castrocielo nel 1601, fino ad allora proprietaria della Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, portò con sé il reliquiario per riporlo nella sacrestia della nuova Cattedrale di Santa Lucia in Castrocielo, come ricorda una lapide posta nella sacrestia della cattedrale. Allo stesso periodo si fa risalire anche l’antica tradizione del “bacio delle Madonne”. Ovvero della processione del Lunedì in Albis, quando le due comunità di Castrocielo e Colle San Magno, abbarbicandosi sui due versanti opposti del Monte Asprano, conducono in processione le rispettive statue delle Madonne verso la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, al di fuori della quale, le due Madonne, incontratesi ed al cospetto l’una dell’altra, vengono inchinate, ricordano l’origine comune, sotto i sigilli mariani.
Il destino di Castrocielo e la sua identità storico-culturale sono da secoli legati all’Abbazia di Montecassino. Non da ultimo, dagli eventi legati alla seconda guerra mondiale, che videro l’Abbazia al centro della linea Gustav, e Castrocielo, come l’Abbazia, prima occupata da parte delle truppe tedesche e poi bombardata delle forze alleate. A distanza di secoli, i castrocielesi, ancora una volta soffrirono fame e distruzione e dovettero rigugiarsi nelle montagne. Alla comunità castrocielese martoriata dalla guerra, a riconoscimento dello “splendido esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio”, fu concessa nel 2004 la medaglia d’argento al merito civile per mano del Presidente Ciampi.
La cultura e l’identità castrocielese hanno forti radici romane e cristiane, che pervadono il suo patrimonio materiale ed immateriale. I numerosi resti monumentali romani e medievali, le chiese e cappelle rupestri, i suoi santi ed illustri personaggi storici, i riti antichi, la tradizione del “Bacio delle Madonne” gelosamente custodita dalle due comunità gemelle in un pellegrinaggio secolare, sono fortemente evocativi delle sue origini e di un forte senso di orgoglio delle proprie radici.
Castrocielo ha vissuto la storia da protagonista e forte è la sua identità.
Castrocielo, tra storia e arte.
In poco meno di 28km2, il territorio di Castrocielo, che si colloca al confine meridionale del Lazio, ovvero della regione culturale conosciuta come Ciociaria, è immerso nella Valle del Liri, alle propaggini del massiccio del Monte Cairo. Castrocielo è stato testimone e protagonista di importanti vicende storiche ed è la terra natale di personaggi illustri che hanno contribuito a plasmarne l’identità culturale.
Le prime tracce di civiltà risalgono ai Volsci (V sec. a.C) e ai Sidicini (IV sec A.C) di cui il paese conserva tracce notabili, come gli allestimenti funerari restaurati e musealizzati negli spazi dedicati nel Municipio.
All’antica città di Aquinum risalgono invece le radici romane di Castrocielo. Aquinum, situata sull’antica via Latina, colonia ai tempi di Ottaviano, Marcantonio e Lepido, era una fiorente città turistico-termale, situata tra Roma e Pompei.
L’avvio degli scavi archeologici nel 2009 ha evidenziato sin dall’inizio l’estrema importanza del sito, portando alla luce un impianto termale tra i più estesi del Lazio, caratterizzato da un apparato decorativo notevole (mosaici, stucchi, intonaci, marmi policromi).
Testimoni dell’antica grandezza di Aquinum sono la statuaria ed i cospicui resti monumentali giunti fino ai nostri giorni dell’area urbana, tra cui Porta Romana, ovvero la porta occidentale di Aquinum sotto cui passava la via Latina; la Torre Quadrata che, costruita in grandi blocchi di travertino, era una delle torri che costituivano il sistema di difesa della città; il Tempio Maggiore possibilmente dedicato a Cerere Elvina o a lno Pupluna o Luno Regina Populonia, noto anche come Capitolium, la cui struttura si innesta su una presistenza di epoca preromana, possibilmente convertita a chiesa cristiana ; l’edificio Absidato o Tempio di Diana di cui si conserva un abside semicircolare; il teatro, visibile lungo la Via Latina, di cui sono stati recentemente portati alla luce non solo svariati elementi architettonici relativi all’apparato decorativo, ma anche i resti di una volta a botte che sorreggeva il soprastante ordine di gradinate; l’Arco di Marcantonio (la cui attribuzione trae origini da un passo delle filippiche ciceroniane) che rappresenta uno dei più antichi esempi di arco onorario noti in Italia; l’imponente complesso termale di tipo pompeiano delle Terme Centrali che si colloca nel I sec a.c., in parte spoliato intorno al IV secolo e convertito in necropoli tra il V ed il VII sec d. C, forse in connessione con l’arrivo di Totila e dei suoi Longobardi, che causò la fuga degli aquinenses e la distruzione di Aquinum.
Gli aquinenses, in fuga dalle invasioni longobarde, popolarono la "asperrima" vetta del Monte Asprano, nei secoli oggetto, per la sua posizione strategica, di numerose contese tra i principi di Capua ed i conti di Aquino, che diedero i natali al padre della chiesa San Tommaso d’Aquino, e poi tra quest’ultimi e l’Abbazia di Montecassino. Queste contese durarono per gran parte del periodo medievale.
Si fa risalire proprio al ventottesimo Abate di Montecassino, Mansone, che tra gli anni 988 e 994 aveva ricevuto in dono dai principi di Capua il Monte Asprano, la fondazione di Castrum Coeli (l’originario abitato del moderno Castrocielo) sulla vetta del monte Asprano e l’inizio della costruzione del castello ( il castrum) sulle rovine delle pre-esisteni abitazioni, fortificato per volontà di Federico II di Svevia nel XIII secolo. Il castello di Castrum Coeli, è poco distante dal castello dei Conti d’Aquino ( circa 1.500m in linea d’aria) ove nacque nel 1225 San Tommaso, pilastro teologico e filosofico della chiesa Cattolica.
Terminato il periodo delle incursioni longorbarde e saracene, la popolazione cominciò a scendere a valle, in cerca di condizioni di vita più agevoli e di terre da coltivare: una parte, già nell’XI sec. scese a Nord-Est fondando prima l’abitato di Cantalupo e poi il paese di Colle San Magno; un'altra parte scese invece nella valle a Sud, formando i due abitati della moderna Castrocielo, uno, più grande, sulle pendici del Monte Asprano “l’Olivastro” e l’altro a nord di un fossato, cui fu dato il nome di Palazzolo in virtù dei resti di un palacium di epoca romana intorno al quale fu costruito lo stesso abitato.
Il paese, inizialmente conosciuto proprio con il nome di Palazzolo, assunse con il R.D. del 26 marzo 1863 la denominazione Palazzolo di Castrocielo, modificato con R.D. del 16 agosto 1882 in Castrocielo.
Interessante la genesi di quel palacium, secondo alcune teorie è riconducibile al “Monacato di Villa Euchelia”, un ex convento di monache benedettine, sorto sul basamento di una grande villa romana distrutta anch’essa sotto gli attacchi longobardi. All’epoca della fondazione del primo abitato di Palazzolo, la struttura doveva apparire maestosa, con colonne scanalate, per questo probabilmente venne chiamata “palatium”. Nel corso dei secoli divenne prima un monastero di frati, sotto il controllo della vicina Abbazia di Montecassino, poi un convento. La recente ristrutturazione a cui è stato sottoposto, ha conservato il suo carattere originale e non appena si varca il suo cancello, è difficile non lasciarsi andare a quel calendoscopio di suggestioni che il luogo evoca.
Villa Euchelia, oggi centro policulturale, conserva il suo aspetto tipico di un convento con un cortile centrale. La facciata contiene due portali con archi esterni
In epoca medioevale, quando la cristianità monopolizzava la cultura, l’Abbazia di Montecassino- uno dei più famosi monasteri della cristianità, culla della cultura, fondata nel VI secolo dallo stesso San Benedetto, luogo di formazione di San Tommaso- agendo come i mecenati del rinascimento, incaricava artisti illustri dell’epoca a decorare cappelle e chiese, locali, tra cui quelle in territorio di Castrocielo. Di notevole rilievo storico-artistico sono infatti gli affreschi che decoravano la chiesa medioevale di impianto romanico della Madonna del Pianto altrimenti conosciuta come Madonna dei Sette Dolori e del monacato di Villa Euchelia. Gravemente danneggiati dai bombardamenti risalenti alla seconda guerra mondiale, furono restaurati e posti nella Pinacoteca di San Rocco, che sorge nell’omonima piazza del paese.
La chiesa della Madonna del Pianto, si trovava lungo il percorso della via pedemontana. La chiesa fu costruita in epoca medioevale, sulle sponde del pittoresco lago formato dalla sorgente di “Capo d’Acqua”, per offrire ristoro ai pellegrini e viandanti diretti all’Abbazia di Montecassino e in Terra Santa. Oggi, in quei luoghi, trovano ristoro i camminatori del Cammino di San Benedetto.
Sempre all’ epoca Medioevale, all’incirca al 1300, risale la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, sulla vetta di Monte Asprano. Fu edificata quando le due comunità avevano già iniziato la discesa a valle. La chiesa assicurava il servizio liturgico ordinario sia alla comunità di Colle San Magno sia a quella di Palazzolo, finché Castrocielo nel 1601, fino ad allora proprietaria della Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, portò con sé il reliquiario per riporlo nella sacrestia della nuova Cattedrale di Santa Lucia in Castrocielo, come ricorda una lapide posta nella sacrestia della cattedrale. Allo stesso periodo si fa risalire anche l’antica tradizione del “bacio delle Madonne”. Ovvero della processione del Lunedì in Albis, quando le due comunità di Castrocielo e Colle San Magno, abbarbicandosi sui due versanti opposti del Monte Asprano, conducono in processione le rispettive statue delle Madonne verso la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, al di fuori della quale, le due Madonne, incontratesi ed al cospetto l’una dell’altra, vengono inchinate, ricordano l’origine comune, sotto i sigilli mariani.
Il destino di Castrocielo e la sua identità storico-culturale sono da secoli legati all’Abbazia di Montecassino. Non da ultimo, dagli eventi legati alla seconda guerra mondiale, che videro l’Abbazia al centro della linea Gustav, e Castrocielo, come l’Abbazia, prima occupata da parte delle truppe tedesche e poi bombardata delle forze alleate. A distanza di secoli, i castrocielesi, ancora una volta soffrirono fame e distruzione e dovettero rigugiarsi nelle montagne. Alla comunità castrocielese martoriata dalla guerra, a riconoscimento dello “splendido esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio”, fu concessa nel 2004 la medaglia d’argento al merito civile per mano del Presidente Ciampi.
La cultura e l’identità castrocielese hanno forti radici romane e cristiane, che pervadono il suo patrimonio materiale ed immateriale. I numerosi resti monumentali romani e medievali, le chiese e cappelle rupestri, i suoi santi ed illustri personaggi storici, i riti antichi, la tradizione del “Bacio delle Madonne” gelosamente custodita dalle due comunità gemelle in un pellegrinaggio secolare, sono fortemente evocativi delle sue origini e di un forte senso di orgoglio delle proprie radici.
Castrocielo ha vissuto la storia da protagonista e forte è la sua identità.
Bandi |