Adagiato sulla sommità di una collina, Ogliastro Cilento offre al visitatore un incantevole panorama che spazia dai monti al mare. La prima notizia documentata risale al 1051, allorquando il principe longobardo di Salerno, Gisulfo II, offrì al vescovo pestano Amato le terre che si estendevano fino alla Lucania, incluso Oleastrum, terra di ulivi e di sole, come attesta anche il toponimo. Secondo la tradizione, l’abitato sorse quando i saraceni occuparono Agropoli (882).
La Guerra del Vespro causò lo spopolamento di numerosi borghi cilentani, tra cui anche Ogliastro, in favore del quale il vescovo di Capaccio intervenne chiedendo a Carlo d’Angiò l’esenzione delle tasse, che venne concessa il 6 maggio 1299, al fine di favorire il rientro dei fuggiaschi nel loro villaggio.
Ogliastro seguì le vicende della città di Agropoli e del feudo del vescovo di Capaccio e, poi, della famiglia Sanseverino che, nel 1507, lo concesse a Galeazzo Spiccadore, cui rimase fino al 1580, dopodichè lo passò ai Bonito e, nel 1589, lo alienò a Cesare Altomare. Beatrice Altomare lo portò in dote al marito Romano De Conciliis e, successivamente, Ogliastro passò ai Di Stefano.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
Adagiato sulla sommità di una collina, Ogliastro Cilento offre al visitatore un incantevole panorama che spazia dai monti al mare. La prima notizia documentata risale al 1051, allorquando il principe longobardo di Salerno, Gisulfo II, offrì al vescovo pestano Amato le terre che si estendevano fino alla Lucania, incluso Oleastrum, terra di ulivi e di sole, come attesta anche il toponimo. Secondo la tradizione, l’abitato sorse quando i saraceni occuparono Agropoli (882).
La Guerra del Vespro causò lo spopolamento di numerosi borghi cilentani, tra cui anche Ogliastro, in favore del quale il vescovo di Capaccio intervenne chiedendo a Carlo d’Angiò l’esenzione delle tasse, che venne concessa il 6 maggio 1299, al fine di favorire il rientro dei fuggiaschi nel loro villaggio.
Ogliastro seguì le vicende della città di Agropoli e del feudo del vescovo di Capaccio e, poi, della famiglia Sanseverino che, nel 1507, lo concesse a Galeazzo Spiccadore, cui rimase fino al 1580, dopodichè lo passò ai Bonito e, nel 1589, lo alienò a Cesare Altomare. Beatrice Altomare lo portò in dote al marito Romano De Conciliis e, successivamente, Ogliastro passò ai Di Stefano.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
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