Fragneto è situato nell'Appennino campano ai piedi della collina di Toppa Barrata, tra i fiumi Tammaro e Calore, nei pressi dei torrenti Lenta e Raventa. Il territorio è prevalentemente collinare, ma comunque fertilissimo. È situato ad una altezza s.l.m. che varia dai 111 ai 530 metri ed ha un'estensione di quasi 25 km2. Rientra nella Zona I di classificazione sismica ed è parte integrante della comunità montana dell'Alto Tammaro e della regione agraria n.4 "Colline del Calore Irpino Inferiore".
Il nome Fragneto si fa risalire alla fara di Gnito, ossia la famiglia (o gruppo) di Gnito, il guerriero che, dopo la conquista di Benevento da parte dei Longobardi (571 d.C.), si era stabilito in questo luogo e ne fece un villaggio fortificato da mura e torri. Altre fonti invece sostengono che "Fragneto" derivi dal latino farneus, un particolare tipo di quercia, a cui si aggiunge il suffisso -etum, che indica, in questo caso, querceto.
Il secondo nome Monforte sembra derivare semplicemente da Bartolomeo da Monteforte, uno dei primi suffeudatari del territorio ove sorge il paese; ad ogni modo, la specifica serve a differenziare Fragneto Monforte dal confinante Fragneto l'Abate.
La collina e l'abitato di Fragneto Monforte, per la loro felice posizione e per la presenza del vicino Tratturo, ossia l'antica “via per le Puglie”, ha ricoperto un importante ruolo strategico per le popolazioni che via via si sono insediate nel Sannio: dell'importanza di tale posizione restano a testimonianza le tracce di occupazione, ancora visibili, lasciate nel corso dei secoli da Sanniti e Romani prima, poi da Goti, Bizantini e Saraceni, ed ancora da Longobardi e Normanni. Difatti, antiche feste tradizionali, alcune usanze ed il nome stesso del piccolo centro testimoniano le influenze e le contaminazioni verificatesi nel tempo con il passaggio di queste popolazioni. Tra l'891 e 894 d.C., in seguito alla cacciata dei Bizantini da Benevento, alcuni sparuti gruppi si stabilirono a Fragneto: si trattava di abili mercanti ed esperti artigiani che resero fiorente ed importante il piccolo borgo. Tra questi vi erano i devoti di Santo Nicolao di Myra, che ne introdussero il culto a Fragneto, insieme all'usanza che i ricchi donassero masse alimentari ad un Magister che le ridistribuisse ai più poveri e bisognosi. E ancora oggi, difatti, le usanze tradizionali della Festa di San Nicola, basate sulla raccolta e distribuzione delle offerte, sono gelosamente custodite dal Mastro di Festa e dalla viva e sentita osservanza dell'intera comunità.
Nel territorio fragnetano, sin dal 1970, è posto il gruppo di ricerca folcloristico "La Takkarata", il quale, attraverso strumenti musicali, abbigliamento e canti popolari, intende rifarsi alla cultura ottocentesca e novecentesca degli abitanti del paese e delle zone circostanti. Il gruppo prende il nome da un certo "Ballo della taccarata", di origine ottocentesca, che a sua volta deriva da "tàkkare", termine con cui si definivano, in antichità, le bacchette di ulivo stagionato, le quali creavano un suggestivo ritmo musicale. Tipico del gruppo è anche il costume, il quale presenta qualcosa di albanese, misto all'orientale, con i tanti merletti multicolori che vengono utilizzati per il ballo della taccarata.
La cittadina dimostra un particolare attaccamento alle festività religiose, ragion per cui il 6 dicembre si festeggia il patrono San Nicola di Bari. La tradizione vuole che vi sia un "mastro di festa", ovvero l'economo, che organizzi le cerimonie e conservi il quadro recante l'immagine del Santo, consegnatogli all'inizio dell'anno; il 25 e 26 novembre si ha la "Macina di S.Nicola" e, a quanti abbiano prestato offerta, il 5 dicembre viene consegnato pane, carne e vino. Altre festività religiose si hanno in occasione di Sant'Anna (26 luglio) e Santa Teresa (si ha una sorta di fiera il 15 ottobre). L'ultima domenica di maggio, invece, si ha la festa della santissima Purità. In via "laica" si hanno numerose ricorrenze, soprattutto nel periodo estivo, tra cui bisogna ricordare la fiera (che si ha l'ultimo sabato di maggio e il 25 luglio) e l'Estate fragnetana (per tutto il mese di agosto).
Dal 1986 è annualmente teatro di raduni internazionali di mongolfiere, generalmente nella prima settimana di ottobre. In quest'occasione lungo le vie del paese si hanno numerosi stand enogastronomici, artisti di strada, associazioni di clownerie, mostre d'arte estemporanee ed è possibile anche sperimentare il volo aerostatico. I team più esperti si lanciano in svariate competizioni in mongolfiera, i cui vincitori e partecipanti vengono premiati dall'amministrazione comunale. Si notano anche esibizioni acrobatiche di aerei e paracadutisti, nonché esibizioni di bande e fanfare, tra cui la fanfara dei Bersaglieri. L'evento è arrivato alla 34esima edizione (2022) dopo 2 anni di stop a causa COVID-19.
Fragneto è situato nell'Appennino campano ai piedi della collina di Toppa Barrata, tra i fiumi Tammaro e Calore, nei pressi dei torrenti Lenta e Raventa. Il territorio è prevalentemente collinare, ma comunque fertilissimo. È situato ad una altezza s.l.m. che varia dai 111 ai 530 metri ed ha un'estensione di quasi 25 km2. Rientra nella Zona I di classificazione sismica ed è parte integrante della comunità montana dell'Alto Tammaro e della regione agraria n.4 "Colline del Calore Irpino Inferiore".
Il nome Fragneto si fa risalire alla fara di Gnito, ossia la famiglia (o gruppo) di Gnito, il guerriero che, dopo la conquista di Benevento da parte dei Longobardi (571 d.C.), si era stabilito in questo luogo e ne fece un villaggio fortificato da mura e torri. Altre fonti invece sostengono che "Fragneto" derivi dal latino farneus, un particolare tipo di quercia, a cui si aggiunge il suffisso -etum, che indica, in questo caso, querceto.
Il secondo nome Monforte sembra derivare semplicemente da Bartolomeo da Monteforte, uno dei primi suffeudatari del territorio ove sorge il paese; ad ogni modo, la specifica serve a differenziare Fragneto Monforte dal confinante Fragneto l'Abate.
La collina e l'abitato di Fragneto Monforte, per la loro felice posizione e per la presenza del vicino Tratturo, ossia l'antica “via per le Puglie”, ha ricoperto un importante ruolo strategico per le popolazioni che via via si sono insediate nel Sannio: dell'importanza di tale posizione restano a testimonianza le tracce di occupazione, ancora visibili, lasciate nel corso dei secoli da Sanniti e Romani prima, poi da Goti, Bizantini e Saraceni, ed ancora da Longobardi e Normanni. Difatti, antiche feste tradizionali, alcune usanze ed il nome stesso del piccolo centro testimoniano le influenze e le contaminazioni verificatesi nel tempo con il passaggio di queste popolazioni. Tra l'891 e 894 d.C., in seguito alla cacciata dei Bizantini da Benevento, alcuni sparuti gruppi si stabilirono a Fragneto: si trattava di abili mercanti ed esperti artigiani che resero fiorente ed importante il piccolo borgo. Tra questi vi erano i devoti di Santo Nicolao di Myra, che ne introdussero il culto a Fragneto, insieme all'usanza che i ricchi donassero masse alimentari ad un Magister che le ridistribuisse ai più poveri e bisognosi. E ancora oggi, difatti, le usanze tradizionali della Festa di San Nicola, basate sulla raccolta e distribuzione delle offerte, sono gelosamente custodite dal Mastro di Festa e dalla viva e sentita osservanza dell'intera comunità.
Nel territorio fragnetano, sin dal 1970, è posto il gruppo di ricerca folcloristico "La Takkarata", il quale, attraverso strumenti musicali, abbigliamento e canti popolari, intende rifarsi alla cultura ottocentesca e novecentesca degli abitanti del paese e delle zone circostanti. Il gruppo prende il nome da un certo "Ballo della taccarata", di origine ottocentesca, che a sua volta deriva da "tàkkare", termine con cui si definivano, in antichità, le bacchette di ulivo stagionato, le quali creavano un suggestivo ritmo musicale. Tipico del gruppo è anche il costume, il quale presenta qualcosa di albanese, misto all'orientale, con i tanti merletti multicolori che vengono utilizzati per il ballo della taccarata.
La cittadina dimostra un particolare attaccamento alle festività religiose, ragion per cui il 6 dicembre si festeggia il patrono San Nicola di Bari. La tradizione vuole che vi sia un "mastro di festa", ovvero l'economo, che organizzi le cerimonie e conservi il quadro recante l'immagine del Santo, consegnatogli all'inizio dell'anno; il 25 e 26 novembre si ha la "Macina di S.Nicola" e, a quanti abbiano prestato offerta, il 5 dicembre viene consegnato pane, carne e vino. Altre festività religiose si hanno in occasione di Sant'Anna (26 luglio) e Santa Teresa (si ha una sorta di fiera il 15 ottobre). L'ultima domenica di maggio, invece, si ha la festa della santissima Purità. In via "laica" si hanno numerose ricorrenze, soprattutto nel periodo estivo, tra cui bisogna ricordare la fiera (che si ha l'ultimo sabato di maggio e il 25 luglio) e l'Estate fragnetana (per tutto il mese di agosto).
Dal 1986 è annualmente teatro di raduni internazionali di mongolfiere, generalmente nella prima settimana di ottobre. In quest'occasione lungo le vie del paese si hanno numerosi stand enogastronomici, artisti di strada, associazioni di clownerie, mostre d'arte estemporanee ed è possibile anche sperimentare il volo aerostatico. I team più esperti si lanciano in svariate competizioni in mongolfiera, i cui vincitori e partecipanti vengono premiati dall'amministrazione comunale. Si notano anche esibizioni acrobatiche di aerei e paracadutisti, nonché esibizioni di bande e fanfare, tra cui la fanfara dei Bersaglieri. L'evento è arrivato alla 34esima edizione (2022) dopo 2 anni di stop a causa COVID-19.
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