Castellafiume

Castellafiume è un borgo situato nella Valle Nerfa dove scorre il fiume Liri tra le sorgenti Capo di Rio e Rio Sonno tra Monte Arezzo e Girifalco e i monti Simbruini. Castellafiume ed i suoi abitanti, da sempre stringono un legame inscindibile con le acque, i boschi e le tante sorgenti che li circondano. Storicamente la presenza dell'uomo in questo territorio è sicuramente precedente al I sec. d.C., testimoniata dall'emissario romano ipogeo" antico acquedotto dell'Arunzo" lungo 2100 m e venne realizzato nello stesso periodo dei cunicoli di Claudio tra il 41 e il 54 d.C. L'emissario collega Castellafiume a Corcumello e per le sue caratteristiche costruttive è da considerarsi persino più importante di quello del Fucino, già considerata la più lunga galleria interrata realizzata nei tempi antichi.

Sicuramente le origini di Castellafiume, dal latino "Castrum fluminis" ossia castello sul fiume, sono contestuali alla realizzazione dell'antico acquedotto. Nel XII secolo Castellafiume diventò un centro abitato di un certo rilievo tanto che nel catalogo dei Baroni viene citato come feudo di ben quattro militi. Probabilmente nello stesso periodo doveva essere stata costruita la chiesa di San Nicola, mentre intorno al vicino castello di Girifalco si sviluppò il nucleo urbano di Pagliara dei Marsi, borgo denominato nel medioevo Palearia.

Nel XIV secolo Castellafiume passò alla famiglia Orsini, rimanendo assoggettata al loro potere per oltre cento anni, dopo di che passò sotto il dominio della famiglia Colonna, come gran parte dei centri dell'area marsicana. L'antico borgo di Castellafiume oggi è attraversato da stretti vicoli, tra le case in pietra che raggiungono le preziose acque del fiume, tra le braccia di uomini dediti al lavoro nei campi e alle montagna. Il nome della Valle di Nerfa deriverebbe dal legame degli abitanti del luogo con le antiche comunità safine, popolazioni risalenti all'età del ferro di origine osco-umbr. Tali popolazioni erano contraddistinte dalle figure dei "raki", che corrispondevano ai re, e dei "nerf", ovvero i principi. Di certo nel medioevo l'area era nota come "Vallis de Nerphea". La valle confina con il parco regionale dei monti Simbruini con la Piana del Cavaliere, i Piani Palentini e la Valle Roveto. I rilievi principali che segnano i suoi confini sono rappresentati dai monti Aurunzo 1455 m s.l.m. , Cesalarga, Padiglione e Girifalco.

La valle è attraversata dal fiume Liri, le cui sorgenti si trovano sui monti che sovrastano Cappadocia. Nel V secolo a.C. la valle di Nerfa segnava il confine tra gli equi , posti nell'area più settentrionale dell'odierna Marsica, e i Marsi che stanziavano nel territorio circostante l'ex lago del Fucino e la valle Roveto. L'area montuosa è stata proposta prima del 2007 come riserva naturale regionale e nel 2013 è stata inserita nell'ambito del Sito di interesse comunitario ( S.I.C.) Monte Arunzo e Monte Arezzo. Le specie arboree ed arbustive che caratterizzano l'area sono il faggio, l'acero montano e l'acero riccio, inoltre si notano ridotte aree boschive composte da frassino, olmo, sorbo e tiglio.


Castellafiume è un borgo situato nella Valle Nerfa dove scorre il fiume Liri tra le sorgenti Capo di Rio e Rio Sonno tra Monte Arezzo e Girifalco e i monti Simbruini. Castellafiume ed i suoi abitanti, da sempre stringono un legame inscindibile con le acque, i boschi e le tante sorgenti che li circondano. Storicamente la presenza dell'uomo in questo territorio è sicuramente precedente al I sec. d.C., testimoniata dall'emissario romano ipogeo" antico acquedotto dell'Arunzo" lungo 2100 m e venne realizzato nello stesso periodo dei cunicoli di Claudio tra il 41 e il 54 d.C. L'emissario collega Castellafiume a Corcumello e per le sue caratteristiche costruttive è da considerarsi persino più importante di quello del Fucino, già considerata la più lunga galleria interrata realizzata nei tempi antichi.

Sicuramente le origini di Castellafiume, dal latino "Castrum fluminis" ossia castello sul fiume, sono contestuali alla realizzazione dell'antico acquedotto. Nel XII secolo Castellafiume diventò un centro abitato di un certo rilievo tanto che nel catalogo dei Baroni viene citato come feudo di ben quattro militi. Probabilmente nello stesso periodo doveva essere stata costruita la chiesa di San Nicola, mentre intorno al vicino castello di Girifalco si sviluppò il nucleo urbano di Pagliara dei Marsi, borgo denominato nel medioevo Palearia.

Nel XIV secolo Castellafiume passò alla famiglia Orsini, rimanendo assoggettata al loro potere per oltre cento anni, dopo di che passò sotto il dominio della famiglia Colonna, come gran parte dei centri dell'area marsicana. L'antico borgo di Castellafiume oggi è attraversato da stretti vicoli, tra le case in pietra che raggiungono le preziose acque del fiume, tra le braccia di uomini dediti al lavoro nei campi e alle montagna. Il nome della Valle di Nerfa deriverebbe dal legame degli abitanti del luogo con le antiche comunità safine, popolazioni risalenti all'età del ferro di origine osco-umbr. Tali popolazioni erano contraddistinte dalle figure dei "raki", che corrispondevano ai re, e dei "nerf", ovvero i principi. Di certo nel medioevo l'area era nota come "Vallis de Nerphea". La valle confina con il parco regionale dei monti Simbruini con la Piana del Cavaliere, i Piani Palentini e la Valle Roveto. I rilievi principali che segnano i suoi confini sono rappresentati dai monti Aurunzo 1455 m s.l.m. , Cesalarga, Padiglione e Girifalco.

La valle è attraversata dal fiume Liri, le cui sorgenti si trovano sui monti che sovrastano Cappadocia. Nel V secolo a.C. la valle di Nerfa segnava il confine tra gli equi , posti nell'area più settentrionale dell'odierna Marsica, e i Marsi che stanziavano nel territorio circostante l'ex lago del Fucino e la valle Roveto. L'area montuosa è stata proposta prima del 2007 come riserva naturale regionale e nel 2013 è stata inserita nell'ambito del Sito di interesse comunitario ( S.I.C.) Monte Arunzo e Monte Arezzo. Le specie arboree ed arbustive che caratterizzano l'area sono il faggio, l'acero montano e l'acero riccio, inoltre si notano ridotte aree boschive composte da frassino, olmo, sorbo e tiglio.


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