Ottati è un paese d’impronta medioevale, che si ammira per la sua rustica bellezza, fatta di pace, di tranquillità, di riposo. Tra il verde della Rupe a nord e la valle del Fasanella a sud, nella quiete e nel silenzio di un paesaggio rurale oltremodo attraente, incantevoli visioni si susseguono incessantemente, gratificando lo sguardo di chi attraversa questo splendido territorio.
Dominato sul versante Nord da una rupe, che lo protegge dai rigori del clima invernale, Ottati è situato a metà strada tra Castelcivita e Corleto Monforte, lungo le estreme pendici rocciose della montagna alburnina, ed è interamente compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il suo territorio è in buona parte costituito da montagne ricche di boschi, mentre la zona collinare è posta a valle dell'abitato. Caratteristici i fenomeni superficiali del carsismo, costituiti da doline e campi solcati, mentre, nel sottosuolo, di grande valore sono le grotte (Grave dei Gatti, Conca di Rupistella, Grava Sarrauto). Secondo una memoria del notaio Vincenzo Fasano, mai data alle stampe, Ottati esisteva già nel 1195; qualche altro afferma che le prime abitazioni sorsero intorno all'anno Mille, presumibilmente costruite da coloni greci che avevano abbandonato l'antico paese di Civita, i cui resti, risalenti al VIII sec., sono tuttora visibili.
Probabilmente molti pastori e mandriani, essendo il posto ricco di pascoli, costituirono qui alcuni abitazioni che, con l'andare del tempo, crebbero di numero. Da qui il nome di Ottati, dal latino “optatus”, a indicare che i pastori avevano optato per un luogo adatto, idoneo alla pastorizia.
Le vicende storiche di Ottati si intrecciano con la storia delle due chiese costruite dai due ordini monastici a lungo presenti nel borgo: i Domenicani e i Cappuccini.
Tutte le chiese di Ottati, come tante altre, subirono le conseguenze della politica napoleonica avida di beni avversa agli ordini religiosi, considerati per la loro compattezza una forza disgregatrice dello stato. Si spiega così la chiusura dei conventi che furono trasformati in carceri, scuole, ospedali.
Dal punto di vista paesaggistico, di grande valore è il Colle Civita, che si erge nel versante occidentale della catena degli Alburni;
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
Ottati è un paese d’impronta medioevale, che si ammira per la sua rustica bellezza, fatta di pace, di tranquillità, di riposo. Tra il verde della Rupe a nord e la valle del Fasanella a sud, nella quiete e nel silenzio di un paesaggio rurale oltremodo attraente, incantevoli visioni si susseguono incessantemente, gratificando lo sguardo di chi attraversa questo splendido territorio.
Dominato sul versante Nord da una rupe, che lo protegge dai rigori del clima invernale, Ottati è situato a metà strada tra Castelcivita e Corleto Monforte, lungo le estreme pendici rocciose della montagna alburnina, ed è interamente compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il suo territorio è in buona parte costituito da montagne ricche di boschi, mentre la zona collinare è posta a valle dell'abitato. Caratteristici i fenomeni superficiali del carsismo, costituiti da doline e campi solcati, mentre, nel sottosuolo, di grande valore sono le grotte (Grave dei Gatti, Conca di Rupistella, Grava Sarrauto). Secondo una memoria del notaio Vincenzo Fasano, mai data alle stampe, Ottati esisteva già nel 1195; qualche altro afferma che le prime abitazioni sorsero intorno all'anno Mille, presumibilmente costruite da coloni greci che avevano abbandonato l'antico paese di Civita, i cui resti, risalenti al VIII sec., sono tuttora visibili.
Probabilmente molti pastori e mandriani, essendo il posto ricco di pascoli, costituirono qui alcuni abitazioni che, con l'andare del tempo, crebbero di numero. Da qui il nome di Ottati, dal latino “optatus”, a indicare che i pastori avevano optato per un luogo adatto, idoneo alla pastorizia.
Le vicende storiche di Ottati si intrecciano con la storia delle due chiese costruite dai due ordini monastici a lungo presenti nel borgo: i Domenicani e i Cappuccini.
Tutte le chiese di Ottati, come tante altre, subirono le conseguenze della politica napoleonica avida di beni avversa agli ordini religiosi, considerati per la loro compattezza una forza disgregatrice dello stato. Si spiega così la chiusura dei conventi che furono trasformati in carceri, scuole, ospedali.
Dal punto di vista paesaggistico, di grande valore è il Colle Civita, che si erge nel versante occidentale della catena degli Alburni;
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
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