Canistro trova le sue origini nella Valle Roveto, area di confine tra Abruzzo e Lazio, incassata tra alte montagne: a destra del Liri i Simbruini-Ernici, le cui cime raggiungono quote superiori ai 2000 metri, a sinistra del fiume le propaggini montuose del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Canistro è solcato dal fiume Liri, il più lungo corso d’acqua d’Abruzzo e dal Rio Sparto.
Abitato sin dai tempi degli insediamenti italici nella Valle Roveto, Canistro conserva una complessa stratificazione archeologica nei due suoi abitati principali: Canistro Superiore e Canistro Inferiore.
In età antica, nella località di Canistro inferiore, esisteva un villaggio romanico-italico, dipendente dall’abitato di Antinum; esso crebbe di importanza quando l’imperatore Traiano, agli inizi del II secolo d.C., fece costruire una strada detta "via traiana" che collegava l’abitato con Alba Fucens, Antinum e Sora. Per il Medioevo non si hanno notizie storiche di Canistro fino al XII secolo; appare possibile che l’arroccamento della popolazione sul colle ove sorge Canistro Superiore, sia avvenuto per motivi di difesa intorno al V-VI secolo. Intorno al XII secolo Canistro si dota di cinta muraria di forma ovale e di una torre di avvistamento.
Con l'arrivo dei Colonna, a cui tuttora fa riferimento lo stemma del paese, nel 1497, Canistro entrò a far parte del Ducato di Tagliacozzo e della baronia della Valle Roveto fino alle leggi di eversione della feudalità del 1806. Nella fase finale si affermò la famiglia dei Vecchiarelli, che rivestì ruoli di prestigio nella comunità cittadina e che costruì il palazzo Vecchiarelli. Nel 1854 divenne un comune autonomo. In questo periodo la popolazione ammontava a 1020 abitanti circa. Dopo qualche anno, nel 1888 Canistro costruì il suo primo acquedotto e pochi anni più tardi la sua prima fontana pubblica.
Il brigantaggio ha caratterizzato per secoli la storia di Canistro e dei paesi della Valle, terra di confine tra due regni, lo stato Pontificio e il regno di Napoli. Ancora oggi, sulle montagne, sono visibili i cippi di confine con il giglio borbonico da un lato e la chiave di Pietro dall’altro.
Il 13 gennaio 1915 una scossa di terremoto di sconvolgente intensità devastò il paese, come tutta la Marsica, la Valle Roveto ed il sorano. In quella catastrofe morirono 80 persone e i danni riportati furono tali da indurre la popolazione a trasferirsi nuovamente nel fondovalle ossia Canistro Inferiore, dove venne poi trasferito anche il Municipio, inglobando la Stazione Ferroviaria.
Canistro, oggi, è un paese di circa mille abitanti in provincia dell’Aquila, ha un territorio con una estensione di circa 16 kmq ed è costituito da due centri: Canistro Inferiore (555 m.s.l.m.) e Canistro Superiore (831 m.s.l.m.). È incerta l’etimologia del nome: secondo alcuni deriverebbe dal termine “Canistri”, recipienti di vimini che una volta venivano realizzati in paese in grande quantità e largamente esportati. Secondo una tradizione popolare, sul colle dove sarebbe sorto Canistro, c’era un canile: da ciò il toponimo.
Canistro, conosciuto come paese delle acque minerali per le ben 5 sorgenti ricadenti nel territorio comunale, tra cui la Sant’Antonio – Sponga è la principale, confina ad ovest con il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Non troppo lontano dallo stesso comune, verso Sora troviamo la Riserva di Zompo Lo Schioppo, verso Avezzano troviamo la Riserva Naturale Monte Salviano, il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino ed il Parco Nazionale d’Abruzzo.
In corrispondenza della fonte “Sant’Antonio”, a metà strada tra Canistro Inferiore e Canistro superiore, è nato il parco naturale de “La Sponga” situato sulla catena montuosa dei Simbruini: laghetti, cascate e ruscelli tra prati e boschi suggestivi, in un contesto in cui la natura si incontra con una ruralità secolare. Conosciuto a livello Nazionale e visitato annualmente da più di 30.000 persone, il parco si estende per circa 20 ettari. Le acque della sorgente si raccolgono in un primo piccolo invaso e poi sono convogliate in un secondo laghetto più esteso da cui scaturisce una copiosa cascata. Il parco è dotato di piazzole di sosta, fornite di panche di legno e punti fuoco in pietra, di un parco giochi, di un ampio parcheggio e di un’area servizi. Qui è possibile trascorrere giornate rilassanti e divertenti; è possibile partire per escursioni libere o guidate a piedi, a cavallo o in bicicletta fino a spettacolari punti panoramici che lambiscono i confini del Parco Regionale dei Monti Simbruini, o avventurarsi nel Rio Sparto praticando torrentismo.
Canistro offre la possibilità di fare interessanti ed impegnative escursioni. In risalto le vette del Monte Viglio (q. 2156 - Monti Cantari) e Monte Viperella (m. 1836). Sempre qui, è possibile svolgere trekking meno impegnativo o sci da fondo con la possibilità di lunghe passeggiate tra i boschi di castagno e nelle foreste di faggio. La rete sentieristica del Comune di Canistro, per complessivi 47 km e che abbraccia anche i territori dei confinanti Civitella Roveto e Capistrello, fa parte della rete CAI e comprende anche tratti idonei all’utilizzo di mountain bike.
Ogni anno si svolgono due pellegrinaggi verso la località di Vallepietra: uno al santuario della Santissima Trinità, l’altro verso il santuario di Sant’Anna. I pellegrini, partendo in gruppi, raggiungono dopo due giorni di cammino il santuario attraversando i suddetti boschi e foreste.
Da menzionare, e non certo da meno, sono anche le tradizionali feste patronali che si tengono ad agosto di ogni anno.
Le molto attive associazioni locali, tra le innumerevoli iniziative, organizzano ogni anno, in ottobre, la “Sagra della Castagna Roscetta” e l’evento “Sapori d’Autunno”, manifestazioni enogastronomiche che valorizzano il patrimonio gastronomico ed i sapori locali con prodotti tipici come la già nota, castagna Roscetta, funghi e tartufi, e l’olio rovetano.
Canistro trova le sue origini nella Valle Roveto, area di confine tra Abruzzo e Lazio, incassata tra alte montagne: a destra del Liri i Simbruini-Ernici, le cui cime raggiungono quote superiori ai 2000 metri, a sinistra del fiume le propaggini montuose del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Canistro è solcato dal fiume Liri, il più lungo corso d’acqua d’Abruzzo e dal Rio Sparto.
Abitato sin dai tempi degli insediamenti italici nella Valle Roveto, Canistro conserva una complessa stratificazione archeologica nei due suoi abitati principali: Canistro Superiore e Canistro Inferiore.
In età antica, nella località di Canistro inferiore, esisteva un villaggio romanico-italico, dipendente dall’abitato di Antinum; esso crebbe di importanza quando l’imperatore Traiano, agli inizi del II secolo d.C., fece costruire una strada detta "via traiana" che collegava l’abitato con Alba Fucens, Antinum e Sora. Per il Medioevo non si hanno notizie storiche di Canistro fino al XII secolo; appare possibile che l’arroccamento della popolazione sul colle ove sorge Canistro Superiore, sia avvenuto per motivi di difesa intorno al V-VI secolo. Intorno al XII secolo Canistro si dota di cinta muraria di forma ovale e di una torre di avvistamento.
Con l'arrivo dei Colonna, a cui tuttora fa riferimento lo stemma del paese, nel 1497, Canistro entrò a far parte del Ducato di Tagliacozzo e della baronia della Valle Roveto fino alle leggi di eversione della feudalità del 1806. Nella fase finale si affermò la famiglia dei Vecchiarelli, che rivestì ruoli di prestigio nella comunità cittadina e che costruì il palazzo Vecchiarelli. Nel 1854 divenne un comune autonomo. In questo periodo la popolazione ammontava a 1020 abitanti circa. Dopo qualche anno, nel 1888 Canistro costruì il suo primo acquedotto e pochi anni più tardi la sua prima fontana pubblica.
Il brigantaggio ha caratterizzato per secoli la storia di Canistro e dei paesi della Valle, terra di confine tra due regni, lo stato Pontificio e il regno di Napoli. Ancora oggi, sulle montagne, sono visibili i cippi di confine con il giglio borbonico da un lato e la chiave di Pietro dall’altro.
Il 13 gennaio 1915 una scossa di terremoto di sconvolgente intensità devastò il paese, come tutta la Marsica, la Valle Roveto ed il sorano. In quella catastrofe morirono 80 persone e i danni riportati furono tali da indurre la popolazione a trasferirsi nuovamente nel fondovalle ossia Canistro Inferiore, dove venne poi trasferito anche il Municipio, inglobando la Stazione Ferroviaria.
Canistro, oggi, è un paese di circa mille abitanti in provincia dell’Aquila, ha un territorio con una estensione di circa 16 kmq ed è costituito da due centri: Canistro Inferiore (555 m.s.l.m.) e Canistro Superiore (831 m.s.l.m.). È incerta l’etimologia del nome: secondo alcuni deriverebbe dal termine “Canistri”, recipienti di vimini che una volta venivano realizzati in paese in grande quantità e largamente esportati. Secondo una tradizione popolare, sul colle dove sarebbe sorto Canistro, c’era un canile: da ciò il toponimo.
Canistro, conosciuto come paese delle acque minerali per le ben 5 sorgenti ricadenti nel territorio comunale, tra cui la Sant’Antonio – Sponga è la principale, confina ad ovest con il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Non troppo lontano dallo stesso comune, verso Sora troviamo la Riserva di Zompo Lo Schioppo, verso Avezzano troviamo la Riserva Naturale Monte Salviano, il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino ed il Parco Nazionale d’Abruzzo.
In corrispondenza della fonte “Sant’Antonio”, a metà strada tra Canistro Inferiore e Canistro superiore, è nato il parco naturale de “La Sponga” situato sulla catena montuosa dei Simbruini: laghetti, cascate e ruscelli tra prati e boschi suggestivi, in un contesto in cui la natura si incontra con una ruralità secolare. Conosciuto a livello Nazionale e visitato annualmente da più di 30.000 persone, il parco si estende per circa 20 ettari. Le acque della sorgente si raccolgono in un primo piccolo invaso e poi sono convogliate in un secondo laghetto più esteso da cui scaturisce una copiosa cascata. Il parco è dotato di piazzole di sosta, fornite di panche di legno e punti fuoco in pietra, di un parco giochi, di un ampio parcheggio e di un’area servizi. Qui è possibile trascorrere giornate rilassanti e divertenti; è possibile partire per escursioni libere o guidate a piedi, a cavallo o in bicicletta fino a spettacolari punti panoramici che lambiscono i confini del Parco Regionale dei Monti Simbruini, o avventurarsi nel Rio Sparto praticando torrentismo.
Canistro offre la possibilità di fare interessanti ed impegnative escursioni. In risalto le vette del Monte Viglio (q. 2156 - Monti Cantari) e Monte Viperella (m. 1836). Sempre qui, è possibile svolgere trekking meno impegnativo o sci da fondo con la possibilità di lunghe passeggiate tra i boschi di castagno e nelle foreste di faggio. La rete sentieristica del Comune di Canistro, per complessivi 47 km e che abbraccia anche i territori dei confinanti Civitella Roveto e Capistrello, fa parte della rete CAI e comprende anche tratti idonei all’utilizzo di mountain bike.
Ogni anno si svolgono due pellegrinaggi verso la località di Vallepietra: uno al santuario della Santissima Trinità, l’altro verso il santuario di Sant’Anna. I pellegrini, partendo in gruppi, raggiungono dopo due giorni di cammino il santuario attraversando i suddetti boschi e foreste.
Da menzionare, e non certo da meno, sono anche le tradizionali feste patronali che si tengono ad agosto di ogni anno.
Le molto attive associazioni locali, tra le innumerevoli iniziative, organizzano ogni anno, in ottobre, la “Sagra della Castagna Roscetta” e l’evento “Sapori d’Autunno”, manifestazioni enogastronomiche che valorizzano il patrimonio gastronomico ed i sapori locali con prodotti tipici come la già nota, castagna Roscetta, funghi e tartufi, e l’olio rovetano.
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