San Vincenzo terra di mezzo. Segna lo strappo tra le influenze dialettali della vecchia Terra di Lavoro e la grande Marsica. Affaccia la vista su entrambe le sponde del Liri e conta, oltre al Capoluogo, ben sette frazioni. Morrea, San Vincenzo Vecchio, Santa Restituta, Roccavivi, San Giovanni Vecchio, San Giovanni Nuovo, Castronovo. Un’abbondanza demografica, culturale e paesaggistica che fa di questo particolare spaccato della Valle Roveto un incontro di tante verità, ognuna unica e diversa, eppure tutte nate sotto lo stesso cielo.
La storia, le persone, la cultura, i paesaggi e il folklore hanno fatto di questo Comune un piccolo gioiello d’Abruzzo incastonato nella Valle del Liri. Qui il viaggio si perde tra infiniti itinerari e vedute inattese. Alla fine del cammino il viandante non sarà più lo stesso. Lungo la strada diverrà parte della natura circostante, frutto di un turismo esperenziale che gli abitanti di San Vincenzo Valle Roveto hanno a cuore di promuovere e sostenere.
A maggio del 2021, dalla sinergia tra Pro Loco ed Associazioni del Comune, è nata a San Vincenzo Valle Roveto la Cooperativa di Comunità Terrenostre, che oggi conta ventiquattro fondatori e oltre duecento soci. La neonata Cooperativa si propone di sviluppare il turismo esperienziale ed immagina un turista che divenga parte del borgo, della natura incontaminata, che si immerga nei ritmi e nelle attività del territorio, che viva esperienze semplici ma straordinarie. Un turista che si metta in gioco in prima persona, scegliendo tra attività escursionistiche di varia difficoltà e tipologia, che si delizi con le degustazioni di prodotti e piatti tipici del territorio e che si conceda alle esperienze di benessere ambientale.
Una appagante passeggiata rigenerante avrà inizio nella frazione di Santa Restituta. Dopo aver ammirato l’antico affresco di scuola Longobarda, conservato nella chiesa del paese, il turista potrà risalire la fonte del Tasso per godere del panorama dal belvedere del borgo di Morrea, dove si ergono i meravigliosi resti del Castello Piccolomini. Attraversando l’antica mulattiera arriverà all’eremo della Madonna del Romitorio, un tempo dimora dei frati francescani. Da lì proseguirà il cammino accompagnato dalla suggestiva cornice del monte Pizzo Deta.
Scendendo a valle, attraversando i borghi di San Vincenzo Vecchio e San Giovanni Nuovo, arriverà ai vecchi e nuovi frantoi, centro di storia e tradizione, in cui condividere l’assaggio dell’oro verde della valle, figlio dei campi e della fatica degli agricoltori. Durante il tragitto, nel borgo di San Giovanni Vecchio, l’antico sapore dell’olio lascerà spazio all’esperienza mistica della visita della Chiesa che ospita le reliquie di San Diodato.
Sulla riva opposta del Liri, il turista raggiungerà l’eremo di Roccavecchia, luogo di culto della Madonna delle Grazie e memoria di un antico borgo andato perduto che oggi rivive nel paese di Roccavivi. A San Vincenzo Nuovo, invece, il viandante riscoprirà l’arte degli antichi mestieri, in particolare della lavorazione del vimini, eccellenza di questa terra portata avanti dai maestri della vecchia tradizione.
Infine, proseguendo il cammino si arriverà al Sentiero dei Fossi, emerso naturalmente nel territorio di Castronovo, Il borgo è ancora attraversato per intero da una delle diramazioni del canale Rio Sonno. Percorribile in tutte le stagioni dell’anno, il sentiero è quasi interamente in ombra e l’acqua non manca neppure nelle stagioni più secche. I trekkisti più esperti possono risalire il fosso della cascata fino a primavera inoltrata. Lungo il percorso acquatico, superata una parete verticale con un salto di circa sette metri, ci si ritrova su una serie di vasche naturali uniche nel loro genere per lo straordinario impatto visivo. Acque limpide, natura incontaminata: camminare al ritmo dell’acqua che scorre è impagabile. Attraversare i sentieri che hanno visto le fatiche delle genti del passato, respirare i profumi di boschi silenziosi, come fosse l’ultimo respiro della vita. E’ questo il senso della scoperta, il senso del viaggio.
A San Vincenzo Valle Roveto Non ci sono monumenti celebri, ma atmosfere e tradizioni che devono essere salvaguardate e sempre di più valorizzate. Un patrimonio culturale immateriale costituito da cibi poveri, ingredienti genuini e un condimento d’eccellenza, l’olio extra vergine d’oliva, ma anche riti, feste e artigianato tradizionale. Proprio la coltivazione autoctona e biologica degli uliveti, gli enormi progressi, nella qualità e quantità della produzione, fatti negli ultimo venti anni, ha caratterizzato e fatto conoscere San Vincenzo Valle Roveto e consentito alla Monicalla, la varietà d’olivo tipica ed esclusiva del territorio, di essere una delle varietà di olivo inserite nel Presidio nazionale dell’olio extravergine italiano ed il nostro olio di fregiarsi dell’ambito riconoscimento promosso da Slow Food.
San Vincenzo terra di mezzo. Segna lo strappo tra le influenze dialettali della vecchia Terra di Lavoro e la grande Marsica. Affaccia la vista su entrambe le sponde del Liri e conta, oltre al Capoluogo, ben sette frazioni. Morrea, San Vincenzo Vecchio, Santa Restituta, Roccavivi, San Giovanni Vecchio, San Giovanni Nuovo, Castronovo. Un’abbondanza demografica, culturale e paesaggistica che fa di questo particolare spaccato della Valle Roveto un incontro di tante verità, ognuna unica e diversa, eppure tutte nate sotto lo stesso cielo.
La storia, le persone, la cultura, i paesaggi e il folklore hanno fatto di questo Comune un piccolo gioiello d’Abruzzo incastonato nella Valle del Liri. Qui il viaggio si perde tra infiniti itinerari e vedute inattese. Alla fine del cammino il viandante non sarà più lo stesso. Lungo la strada diverrà parte della natura circostante, frutto di un turismo esperenziale che gli abitanti di San Vincenzo Valle Roveto hanno a cuore di promuovere e sostenere.
A maggio del 2021, dalla sinergia tra Pro Loco ed Associazioni del Comune, è nata a San Vincenzo Valle Roveto la Cooperativa di Comunità Terrenostre, che oggi conta ventiquattro fondatori e oltre duecento soci. La neonata Cooperativa si propone di sviluppare il turismo esperienziale ed immagina un turista che divenga parte del borgo, della natura incontaminata, che si immerga nei ritmi e nelle attività del territorio, che viva esperienze semplici ma straordinarie. Un turista che si metta in gioco in prima persona, scegliendo tra attività escursionistiche di varia difficoltà e tipologia, che si delizi con le degustazioni di prodotti e piatti tipici del territorio e che si conceda alle esperienze di benessere ambientale.
Una appagante passeggiata rigenerante avrà inizio nella frazione di Santa Restituta. Dopo aver ammirato l’antico affresco di scuola Longobarda, conservato nella chiesa del paese, il turista potrà risalire la fonte del Tasso per godere del panorama dal belvedere del borgo di Morrea, dove si ergono i meravigliosi resti del Castello Piccolomini. Attraversando l’antica mulattiera arriverà all’eremo della Madonna del Romitorio, un tempo dimora dei frati francescani. Da lì proseguirà il cammino accompagnato dalla suggestiva cornice del monte Pizzo Deta.
Scendendo a valle, attraversando i borghi di San Vincenzo Vecchio e San Giovanni Nuovo, arriverà ai vecchi e nuovi frantoi, centro di storia e tradizione, in cui condividere l’assaggio dell’oro verde della valle, figlio dei campi e della fatica degli agricoltori. Durante il tragitto, nel borgo di San Giovanni Vecchio, l’antico sapore dell’olio lascerà spazio all’esperienza mistica della visita della Chiesa che ospita le reliquie di San Diodato.
Sulla riva opposta del Liri, il turista raggiungerà l’eremo di Roccavecchia, luogo di culto della Madonna delle Grazie e memoria di un antico borgo andato perduto che oggi rivive nel paese di Roccavivi. A San Vincenzo Nuovo, invece, il viandante riscoprirà l’arte degli antichi mestieri, in particolare della lavorazione del vimini, eccellenza di questa terra portata avanti dai maestri della vecchia tradizione.
Infine, proseguendo il cammino si arriverà al Sentiero dei Fossi, emerso naturalmente nel territorio di Castronovo, Il borgo è ancora attraversato per intero da una delle diramazioni del canale Rio Sonno. Percorribile in tutte le stagioni dell’anno, il sentiero è quasi interamente in ombra e l’acqua non manca neppure nelle stagioni più secche. I trekkisti più esperti possono risalire il fosso della cascata fino a primavera inoltrata. Lungo il percorso acquatico, superata una parete verticale con un salto di circa sette metri, ci si ritrova su una serie di vasche naturali uniche nel loro genere per lo straordinario impatto visivo. Acque limpide, natura incontaminata: camminare al ritmo dell’acqua che scorre è impagabile. Attraversare i sentieri che hanno visto le fatiche delle genti del passato, respirare i profumi di boschi silenziosi, come fosse l’ultimo respiro della vita. E’ questo il senso della scoperta, il senso del viaggio.
A San Vincenzo Valle Roveto Non ci sono monumenti celebri, ma atmosfere e tradizioni che devono essere salvaguardate e sempre di più valorizzate. Un patrimonio culturale immateriale costituito da cibi poveri, ingredienti genuini e un condimento d’eccellenza, l’olio extra vergine d’oliva, ma anche riti, feste e artigianato tradizionale. Proprio la coltivazione autoctona e biologica degli uliveti, gli enormi progressi, nella qualità e quantità della produzione, fatti negli ultimo venti anni, ha caratterizzato e fatto conoscere San Vincenzo Valle Roveto e consentito alla Monicalla, la varietà d’olivo tipica ed esclusiva del territorio, di essere una delle varietà di olivo inserite nel Presidio nazionale dell’olio extravergine italiano ed il nostro olio di fregiarsi dell’ambito riconoscimento promosso da Slow Food.
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