Salento

Salento, il cui nome in origine era Sala di Gioi, sorge su di un colle che si affaccia sulla valle percorsa dal fiume Alento e si raggiunge attraverso una strada ripida dalla quale ci si immette in un paesaggio rurale di bellezza primitiva. A sud si affaccia sulla piana di Casalvelino che termina alla foce del fiume, sotto la Torre di Velia, tra le località marine di Ascea e Casalvelino.
L’origine basiliana di Salento, com’ è noto, è attestata dal toponimo San Basilio, riconducibile ad un feudo rustico compreso nel territorio di Sala, sottoposto alla giurisdizione della Badia di Pattano. Nel corso dei secoli il paese ha vissuto episodi e momenti storici che lo accomunano ad altri piccoli borghi del Cilento. I casali, locus o vicus, con cui venivano indicati i piccoli centri come Sala di Gioi, nacquero nel periodo longobardo, negli anni in cui la fascia costiera del Cilento si popolava di diversi gruppi etnici come i basiliani e le fare longobarde, altra popolazione indigena. Il termine Sala, presente in un documento angioino del 1272, dovrebbe derivare dal lessico germanico che indicherebbe proprio il polo agricolo intorno al quale ruotava la vita economica della fara. La prima notizia su Sala si trova in un documento custodito presso la Badia di Cava de’ Tirreni e datato 1043 ma compare anche in altri documenti, quali il diploma di Errico De Morra, giustiziere di Federico II, e nei Registri angioini del 1272. Le fonti individuano il centro come “Sala maior” per distinguerla dalla “minor”, l’antica “Salella”, Casale della terra di Gioi che contava, fino al 1595, oltre cento abitanti.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

Salento, il cui nome in origine era Sala di Gioi, sorge su di un colle che si affaccia sulla valle percorsa dal fiume Alento e si raggiunge attraverso una strada ripida dalla quale ci si immette in un paesaggio rurale di bellezza primitiva. A sud si affaccia sulla piana di Casalvelino che termina alla foce del fiume, sotto la Torre di Velia, tra le località marine di Ascea e Casalvelino.
L’origine basiliana di Salento, com’ è noto, è attestata dal toponimo San Basilio, riconducibile ad un feudo rustico compreso nel territorio di Sala, sottoposto alla giurisdizione della Badia di Pattano. Nel corso dei secoli il paese ha vissuto episodi e momenti storici che lo accomunano ad altri piccoli borghi del Cilento. I casali, locus o vicus, con cui venivano indicati i piccoli centri come Sala di Gioi, nacquero nel periodo longobardo, negli anni in cui la fascia costiera del Cilento si popolava di diversi gruppi etnici come i basiliani e le fare longobarde, altra popolazione indigena. Il termine Sala, presente in un documento angioino del 1272, dovrebbe derivare dal lessico germanico che indicherebbe proprio il polo agricolo intorno al quale ruotava la vita economica della fara. La prima notizia su Sala si trova in un documento custodito presso la Badia di Cava de’ Tirreni e datato 1043 ma compare anche in altri documenti, quali il diploma di Errico De Morra, giustiziere di Federico II, e nei Registri angioini del 1272. Le fonti individuano il centro come “Sala maior” per distinguerla dalla “minor”, l’antica “Salella”, Casale della terra di Gioi che contava, fino al 1595, oltre cento abitanti.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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